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“Il Sogno in scena. creazione di un nuovo futuro”

“La Notte, secondo il mito greco ha due porte: una d’avorio, da cui arrivano i sogni fallaci, e l’altra di corno, da cui discendono i sogni autentici e veritieri (Omero, Odissea, XIX: 690-695). Il sogno è una autorappresentazione spontanea della situazione attuale della psiche: si sogna sempre da sé e di sé, scriveva Jung. sogni-ragazzoIl sogno esprime un punto di vista nuovo e spesso contrastante con quello della coscienza, e talora può avere una funzione prospettiva, anticipatoria per la nostra vita. Nel sogno si animano desideri e paure, ricordi e progetti del sognatore. “Il sogno in scena: creazione di un nuovo futuro” è una proposta d’incontro per chi desideri vivere una esperienza di conoscenza personale attraverso un gruppo di psicodramma junghiano….”

“Il sogno in scena” è il tema della giornata che si terrà sabato 15 dicembre 2018 dalle ore 9.00 alle 18.00 presso l’Associazione “Il Punto” di Burolo, organizzato dall’Associazione Mediterranea di Psicodramma.

Conduttori dell’incontro saranno la Dott.ssa Laura Marino, psicologa, psicoterapeuta e psicodrammatista, docente di Psicoterapia analitica della coppia e della famiglia presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma (IPAP) ed il Dott. Maurizio Gasseau, psicologo, psicoterapeuta e psicodrammatista, direttore dell’Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma.

L’incontro è rivolto agli adulti di ogni fascia di età e per l’iscrizione basta inviare una mail a sezionepiemonteamp@gmail.com o a marinolaur@libero.it.

Vi aspettiamo numerosi!!!

MCristina Raga

“Aide-Auser laboratori attivi mente, corpo ed emozioni alla quarta edizione”

img_0825Da mercoledì 10 ottobre 2018 dalle ore 15,00 alle ore 16,30 sono ripresi presso la Palestra Antonicelli di Bellavista i “Laboratori Attivi mente, corpo ed emozioni”. Nati quattro anni fa dalla collaborazione tra lo staff del Centro AIDE e l’associazione AUSER Argento Vivo di Ivrea, i laboratori sono stati un vero e proprio successo dal punto di vista dei risultati ottenuti da tutti i partecipanti.

Certamente ogni nuova attività ha bisogno del suo tempo per strutturarsi, per vincere le titubanze e per superare le difficoltà emotivo relazionali che possono insorgere all’interno di ogni gruppo di lavoro. Quando però pian piano ci si rende conto che ci si “diverte lavorando”, che un minimo di attività fisica aumenta la nostra sicurezza nel movimento quotidiano riducendo gli stati d’ansia, che l’aprirsi ai membri del gruppo aiuta a superare i blocchi emotivi e che si possono creare e consolidare nuove amicizie, ecco che lavorare insieme non diventa più una difficoltà, ma una necessità.

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Non soltanto tutti i partecipanti attraverso il lavoro di stimolazione cognitiva hanno imparato l’importanza di allenare quotidianamente l’attenzione, la memoria, lo sviluppo di strategie utili ad affrontare in modo diverso la vita quotidiana, ma hanno consapevolizzato che il lavoro di rinforzo quotidiano di queste abilità è fondamentale nell’evitare un precoce decadimento fisico e cognitivo.

Invitiamo quindi tutti coloro che abbiano il desiderio di condividere con noi quest’esperienza di contattare il Centro AIDE (0125-627295) o la segreteria della sede Auser  di Ivrea (0125-633345).

Vi aspettiamo!!!!

MCristina Raga

“Lego+Kolla … la rivoluzione del colore!!!”

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Cosa può mai accadere quando il Lego® Serious Play® Method  incontra un team creativo come quello del famoso negozio di abbigliamento “total black Kolla” di Ivrea?

 

La Rivoluzione del Colore!!!!

 

Continuamente, quando si lavora in team, esiste l’esigenza di confrontarsi per fare il punto della situazione e definire nuovi obiettivi. Questa necessità ha spinto il famoso “Prufesur”, titolare dei suddetti punti vendita Kolla, a confrontarsi con il suo staff utilizzando un metodo “seriamente giocoso” in grado di dar forma a nuove idee.

E queste idee sono emerse!!!

Durante il workshop è proprio apparso evidente come Kolla sia un negozio in continuo mutamento, fatto di colori e di una attenta ricerca ai dettagli, ai tessuti ed ai piccoli particolari che rendono un capo unico e capace di regalare un’emozione …

Un negozio fatto di cose e di persone in continua evoluzione dove non si può mai sapere cosa si potrebbe trovare passando appunto dal total black al colore, dagli accessori al … food!!!

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“Un occhio aperto sul mondo per ricercare l’emozione!!!” è stata la linea guida con la quale il team Kolla ha concluso il proprio workshop LSP!!!

La creatività lasciata libera di esprimersi dà sempre origine ad un collage impensabile e sorprendente di idee che hanno soltanto bisogno di essere trasferite in iniziative ed azioni concrete.

Le potenzialità nascoste in un metodo come il Lego® Serious Play® sono veramente inimmaginabili e la nostra grande soddisfazione sta nel constatare, con soddisfazione il crescente numero di gruppi che desiderano sperimentare tale metodologia!

A presto con le novità del team Kolla!!!

MCristina Raga

 

 

“Decathlon incontra il LEGO® SERIOUS PLAY® Method”

“Ogni tanto si torna un pò bambini nel costruire le nostre idee”

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sono le parole che Alessia Nizza, direttrice della sede Decathlon di Ivrea, ed il suo team hanno usato per descrivere l’esperienza che hanno vissuto sperimentando il LEGO® SERIOUS PLAY® Method.

Con i tradizionali mattoncini LEGO® si costruiscono modelli reali di cose reali, mentre con LEGO® SERIOUS PLAY® si usano i mattoncini per costruire metafore, modelli reali di concetti, idee e situazioni al fine di rendere più semplice la comprensione e quindi la soluzione di temi complessi.

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“Pensare con le mani” permette veramente di mettere a fuoco aspetti di noi e del team dei quali spesso ignoriamo l’esistenza o che, per eccesso di rispetto o di timore nei confronti dell’altro, spesso non vengono esplicitati.

E’ risaputo che in ogni gruppo esistono problemi di comunicazione, di relazione, di gestione delle risorse, ma è altrettanto vero che imparando a “comunicare” e non a “sentenziare” si possono trovare delle soluzioni costruttive ed innovative.

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Superata l’iniziale sorpresa, devo dire che il team di Decathlon di Ivrea si è veramente messo in gioco in ogni sfida. Collaborazione, impegno e coraggio di darsi e ricevere feedback hanno incominciato pian piano ad emergere rivelando un gruppo in grado di saper gestire differenti punti di vista per trovare una strada comune.

 

Bravi ragazzi!!!

MCristina Raga

 

 

“Laboratori Attivi…alla terza edizione”

img_0824Mercoledì 4 ottobre 2017 presso la Palestra Antonicelli prenderà il via la terza edizione dei “Laboratori Attivi di Allenamento Mente, Corpo, Emozioni” che il Centro AIDE  e l’Auser Argento Vivo di Ivrea propongono per tutte le persone “anziane e non” che desiderano mantenere in forma le proprie funzioni cognitive, le competenze relazionali ed emotive e le abilità fisiche.

Come ogni anno i laboratori si articoleranno in tre cicli, ognuno della durata di dieci incontri che si terranno tutti i mercoledì pomeriggio dalle ore 15,00 alle ore 16,30. Le attività proposte hanno come obiettivo quello di mantenere e ricercare nuovi equilibri psichici e fisici capaci di mantenere nella persona anziana, il più a lungo possibile, il benessere e la migliore qualità di vita.

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Le relazioni, le amicizie, l’aiuto reciproco, l’impegno sono stati il carburante di questa iniziativa che ha arricchito tutti noi aiutandoci a porre una maggior attenzione a noi stessi per ridurre i fattori di rischio e per potenziare i fattori protettivi.

Speriamo quindi che nuovi compagni si aggiungano in questo nostro viaggio alla scoperta delle potenzialità inimmaginabili che si nascondono nella nostra mente, nel fisico e nelle nostre emozioni.

Vi aspettiamo!!!!!

MCristina Raga

 

 

“Lo sport come metafora della vita”

Lo sport è la metafora della vita: ti insegna a compiere sacrifici, a credere in degli ideali, a lottare per qualcosa, a rialzarti dopo una caduta.

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Ti insegna che se una partita dura 90 minuti ci devi credere e devi correre per quei fottutissimi 90 minuti, perchè se ti fermi prima, se molli prima, hai già perso in partenza. Ti insegna che devi dare tutto, che anche quando sei stanco devi metterci la grinta e continuare a lottare, perchè altrimenti sprofondi.

Ti insegna che devi accettare il verdetto del campo, che se incontri qualcun’altro più forte di te, ti devi inchinare e riconoscere il suo valore. E che se non sei stato abbastanza bravo e all’altezza della situazione devi inchinarti lo stesso, e riconoscere i tuoi limiti. Ti sprona a migliorarti, a crederci sempre e a non arrenderti mai. Ti insegna che nulla è impossibile, che a volte i miracoli accadono. Ma solo a volte. Perchè alla lunga vince poi sempre il più bravo. E con “bravo” intendo colui che ha avuto la determinazione e la costanza di coltivare il suo talento. Passione, sacrificio, talento.

E poi ti insegna due valori fondamentali: la solidarietà verso i propri compagni di squadra e il rispetto per l’avversario. E non a caso ho usato il plurale prima e il singolare dopo: perchè sono dell’idea che la forza del gruppo possa reggere l’urto di ogni avversità. Ma se sei in un gruppo e un tuo compagno molla, allora è finita. E forse questo è un po’ quello che è successo alla Juve ieri sera.

Lo sport arriva anche a farti versare lacrime, che siano di gioia o di delusione poco importa: è l’emozione che sta dietro a quelle lacrime che è importante, perchè lo sport ti fa emozionare, ti fa vivere. E non mi riferisco solo al calcio, questo discorso vale per tutti gli sport. Il punto, però, è che ci si dovrebbe fermare a questo, nello sport, così come nella vita: a versare lacrime. Lacrime di fatica, sudore, speranza, felicità, amarezza, passione per quelli che sono i propri valori e i propri ideali.

A lottare sì per il proprio credo, calcistico o religioso che sia, senza mai perdere di vista il rispetto per l’avversario. Ma il problema è che non siamo capaci di fermarci a questo. Dagli sfottò senza senso e beceri nel mondo del calcio quando l’avversario perde, all’eliminazione fisica dell’avversario nel mondo là fuori, solo per citare due esempi attuali di che cosa significhi oggi aver perso il rispetto. Rispetto che, forse, non abbiamo mai avuto. Sicuramente paragonare le due cose può sembrare a prima vista azzardato, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere e ci spogliamo di ogni ipocrisia, ci rendiamo conto che non è un confronto poi così assurdo. Paragonare la delusione per una sconfitta in una partita di calcio alla delusione che nasce spontanea nel guardarci intorno e vedere il mondo andare a rotoli, è da folli.

Ma signori, l’altra sera poco dopo le 22.00 nel mondo, nel nostro mondo, è andato in scena tutto questo: Cardiff, Torino, Londra. Tralascio i commenti sui fatti impietosi di Londra e anche su quelli di Torino (che poi sono figli, in un certo qual senso, di quelli londinesi), poichè non mi reputo all’altezza di commentarli, senza cadere nel banale e nei soliti luoghi comuni. “Abbiamo perso la libertà”, “siamo schiavi del terrore”, oltre a questo, non saprei dire altro. Lascio, pertanto, l’analisi di tali drammi a chi è più competente di me, gli slanci empatici di vicinanza a morti e feriti a chi è solito usare i social più di quanto lo faccia io, e mi tengo le mie umili e discutibili riflessioni a riguardo, con le mie convinzioni, i miei sentimenti e le mie speranze.

Io mi tengo le lacrime che arrivano da Cardiff, quelle sane, quelle di Gianluigi Buffon, perchè sono le lacrime che nello sport, e nella vita, ho versato anch’io tante volte. E che continuerò a versare. Perchè è questo il mondo in cui credo, la mia fede. Ragazzi, ci riproveremo l’anno prossimo, con ancora più grinta e convinzione. Pronti, come sempre, a rialzarci.

 #finoallafine Forza Juventus!

Alessia Cenzato

 

“Entusiasmo e scoperta” al LEGO® SERIOUS PLAY® workshop

Grande entusiasmo tra i partecipanti al LEGO® SERIOUS PLAY® workshop che si è tenuto in questi giorni presso il Centro AIDE.

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Mai avrebbero pensato i partecipanti di venir coinvolti così tanto dai famosi “bricks” in attività serie miranti alla scoperta non solo delle proprie qualità nascoste, ma delle qualità del gruppo creando così una squadra collaborativa e vincente.

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Impiegando i mattoncini per costruire e condividere una storia, si passa sempre dall’individuale al collettivo ed è proprio in questo che risiede l’efficacia del LEGO® SERIOUS PLAY® method. Non esiste persona che non abbia conosciuto il mondo attraverso l’interazione manuale con gli oggetti. Già il famoso pedagogista e psicologo Jean Piaget, attraverso la sua teoria degli stadi dello sviluppo cognitivo, affermava che i bambini non acquisiscono conoscenza un pò alla volta, ma usano le loro esperienze del mondo per costruire le loro “strutture cognitive”.

Quindi noi non siamo dei contenitori passivi, ma dei costruttori di teorie, soluzioni e strategie. lego-100
Le mani, nel LEGO® SERIOUS PLAY® workshop, diventano uno strumento di “innovazione e soluzione strategica”.  Non esistono più delle riunioni 20/80 dove i partecipanti si ritraggono fisicamente (leaning out) allontanandosi dal contesto ed assumendo una posizione divergente. Manager e leader creano inevitabilmente una situazione 100/100!

Questo è proprio quello che si è creato durante il workshop presso il Centro AIDE dove il potenziale di ogni partecipante lego-148 ha creato nuova conoscenza unendo i fini individuali e quelli del team.  Un gruppo che sappia tener conto delle caratteristiche del sistema/organizzazione di cui fa parte, di come questo possa evolvere e reagire di fronte a situazioni nuove o di “emergenza” non prevedibili, di cosa si può modificare e ciò che invece è indipendente dalla sua portata crea una reale connessione tra i fini dell’azienda e quelli dei dipendenti.

Il LEGO® SERIOUS PLAY® workshop è un’esperienza da provare, perchè non si può raccontare!!!!

A presto

M.Cristina Raga

“Mindfulness: Un modo nuovo di diventare consapevoli”

Vi sarà capitato di guidare, fare la doccia, lavare i denti in modo automatico, con la testa completamente rapita da altro. Ecco, è in queste occasioni, dove la mente si allontana dall’esperienza precisa che stiamo vivendo, che la Mindfulness può intervenire a recuperarla e focalizzarla su quel preciso momento.

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Si tratta della capacità di portare l’attenzione al presente in maniera intenzionale e sospendendo il giudizio. In poche parole, un processo mentale che ha sì le sue origini nella meditazione di stampo buddista (da cui ha eliminato però la componente religiosa), ma che si propone di entrare a far parte delle azioni che la persona compie quotidianamente portando a un nuovo, e migliore, stile di vita.

“Aumentare la consapevolezza dei nostri stati mentali, cioè delle emozioni, dei pensieri e delle sensazioni fisiche, accresce la flessibilità mentale. In questo modo vengono meno gli automatismi, e la mente è più lucida” (Kabat-Zinn, 1990). Cosa significa? Che è più probabile che reagiamo alle situazioni, anche quelle di difficoltà, con delle vere e proprie risposte piuttosto che con delle reazioni impulsive: come se d’un tratto quella sorta di pilota automatico che normalmente affianca i nostri processi mentali si spegnesse e lasciasse spazio al vero io.

 

Come si fa?

La consapevolezza può essere coltivata in molti modi, che possiamo distinguere in pratiche formali e pratiche informali.  Definiamo formali quelle pratiche che sono scandite da un inizio ed una fine (es. body scan, meditazione seduta, meditazione camminata), e che portiamo avanti in un arco di tempo stabilito osservando delle precise istruzioni. E’ fondamentale ritagliarsi spazio e tempo, nel corso della  giornata, per dedicarsi alla meditazione attraverso una delle pratiche formali.

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Tuttavia, ci si può allenare alla consapevolezza in qualunque momento della giornata anche attraverso le cosiddette pratiche informali. Le normali attività quotidiane, come guidare la macchina, preparare il caffè, fare la lavatrice, eccpossono diventare piccoli e preziosi attimi di consapevolezza, nel momento in cui portiamo una piena presenza in quello che facciamo.

Da molti anni la Mindfulness è oggetto di rigorose ricerche cliniche ed oggi viene inserita nei protocolli terapeutici ufficiali per molti disturbi e problemi, in particolare per la depressione, i disturbi d’ansia e le sindromi dolorose.

Sono stati dunque elaborati dei protocolli e delle modalità di intervento terapeutico che si basano sulla pratica della mindfulness. I più noti sono la MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction), la MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) e una ulteriore evoluzione che è l’ACT(Acceptance and Commitment Therapy).

 

Perché si pratica?

Entrata nella pratica clinica dalla fine degli anni ’70 come rimedio allo stress grazie al biologo americano Jon Kabat-Zinn, ora la Mindfulness è considerata da diversi esperti una leva per l’avviamento delle pratiche cognitive di nuova generazione.

La  ricerca si è aperta infatti negli ultimi anni a declinazioni che spaziano dalla comprensione dei disturbi dell’umore alla gestione dell’ansia e delle crisi di panico, del disturbo ossessivo compulsivo, del dolore cronico, fino a volerne investigare gli effetti anche nel mondo dell’infanzia e nel campo dell’apprendimento.

Ma è anche fuori dall’ambito clinico che la Mindfulness riscontra un alto tasso di gradimento del pubblico. Alle strutture specializzate si rivolgono infatti sempre più spesso persone che vogliono percorrere questa strada per provare ad aumentare le proprie capacità di concentrazione in vista di traguardi importanti come quelli delle performance sportive, del mondo dell’imprenditoria e della finanza.

Cosa dicono le neuroscienze?

Il versante dove la ricerca sta provando a dare risposte più immediate è sicuramente quello delle neuroscienze dove, in particolare grazie alle nuove risorse strumentali, è possibile oggi raccogliere informazioni sempre più dettagliate e in tempi anche rapidi sugli effetti della Mindfulness sul cervello. Attraverso le tecniche di imaging cerebrale, per esempio, sono stati individuati cambiamenti nella morfologia di alcune aree della corteccia in seguito a trattamenti di almeno 8 settimane, e in particolare in quelle deputate alla memoria, all’empatia, alla consapevolezza di sé e allo stress.

 

La mia esperienza personale

Da circa un paio di anni, ricopro il ruolo di formatrice di corsi Mindfulness sia a livello individuale che di gruppo.  Da queste esperienze altamente formative, ho potuto trarre alcune considerazioni personali.

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Sono giunta alla conclusione che la pratica della Mindfulness, ci aiuta a differenziare la nostra esperienza mentale e ad integrarla, a sviluppare non solo nuovi schemi di lettura della realtà, ma anche una diversificazione della nostra consapevolezza. Non giudicando ci accorgiamo che, attraverso la meditazione, i giudizi possono cambiare nel tempo, le emozioni negative o positive si modificano da sole e il modo in cui soffriamo o gioiamo delle cose cambia. Il cambiamento esistenziale nasce, perché quando viviamo momenti felici sappiamo che sono passeggeri e possono subire trasformazioni, quindi ne beneficiamo maggiormente. Nel tentativo di proteggerci dal dolore invece, solitamente mettiamo in atto meccanismi che generano angoscia e/o somatizzazione. Grazie alla pratica di consapevolezza, quando la sofferenza arriva, sapendo che tutto passa, riusciamo ad accettare e tollerare maggiormente sia il dolore fisico che psicologico.

La Mindfulness include quindi il concetto di transitorietà, consentendoci di comprendere che il presente è davvero prezioso. Anche nei momenti difficili siamo aperti al pensiero che stiamo soffrendo, ma lo facciamo senza giudizio e ciò fa sì che la sofferenza cessi insieme al dolore. Non c’è un prolungamento della sensazione psicologica di sofferenza all’esaurirsi di quella dolorosa. Si diventa capaci di amare, di accedere alle proprie risorse, si accetta, si accoglie, non ci si fa trascinare dalle emozioni, si riesce a “stare” nei momenti difficili.

Tutto questo è possibile, se applicato con continuità. Il programma infatti, è strutturato in otto settimane proprio per fare in modo che, gradualmente e senza un tempo prefissato, ciascuno possa raggiungere un’accettazione di sé e vivere pienamente le proprie esperienze. L’obiettivo finale è quello di generalizzare ed estendere questa consapevolezza a tutte le situazioni di vita quotidiana, acquisendo l’abitudine mentale di godere e vivere appieno qualsiasi tipo di attività.

Il potere della nostra mente è grande. Se essa divaga, può dirigersi ovunque con il rischio per noi di perdersi dietro di essa. L’importante è diventare coscienti di ciò che sta accadendo e, quindi, di scegliere se permettere o meno a pensieri, emozioni o sensazioni di restare. La Mindfulness ci insegna a fare nostra questa modalità dell’essere, a divenire quindi meno vulnerabili di fronte alla potenza del pensiero e a rendere, di conseguenza, la nostra mente più forte.

 

Dott.ssa Elisa La Marra