Category Archives: Formazione

Impariamo l’arte della resilienza!

In un mondo che cambia costantemente e, talvolta, troppo velocemente, imparare “l’arte della resilienza” è una necessità per ognuno di noi. Sappiamo tutti che la vita è paragonabile ad una corsa ad ostacoli più o meno alti. Alcuni riusciamo a superarli, altri invece li buttiamo a terra cadendo anche noi. Cadere però non vuol dire “fermarsi”! Il cadere ci dovrebbe servire a “realizzare” il grado di difficoltà della sfida che abbiamo di fronte. Grande o piccola che essa sia abbiamo due possibilità: o ci rinunciamo o proviamo ad allenarci nel modo giusto per superarla.

Ecco che entra in gioco la RESILIENZA! Essere resilienti vuol dire imparare ad essere elastici, dinamici, capaci di abbracciare il cambiamento e di vedere le “opportunità” anziché le “difficoltà” insite nelle situazioni nuove che dobbiamo vivere.

resilienzaSappiamo tutti che rimanere positivi e propositivi di fronte a qualcosa  di nuovo che ci spaventa non è affatto semplice. Se noi affrontiamo una difficoltà nella sua totalità e complessità è molto facile che ci perderemo. Dobbiamo quindi imparare a “frazionarla”! Ciò vuol dire che dovremo adottare una strategia nuova dividendo in piccole parti il problema.

Se ripercorriamo a ritroso la nostra vita constateremo che tutto ciò che abbiamo realizzato è la sommatoria di singoli comportamenti attuati con un impegno quotidiano costante verso obiettivi ben precisi. Esame dopo esame ci siamo magari laureati, colloquio dopo colloquio abbiamo trovato il lavoro che ci piace… Abbiamo fatto tutto per step graduali e siamo arrivati a mete che saranno inevitabilmente il punto di partenza per il raggiungimento di altre mete.

Vivendo nel “qui ed ora” abbiamo costruito il nostro passato e costruiremo il nostro futuro attuando così il CAMBIAMENTO!

Il pensiero che quindi ci deve costantemente accompagnare è: “Ce l’ho fatta tante volte e continuerò a farcela!!!” 

MCristina Raga

Il pericolo della “personalità on line”

screenshot_20200702-072508_linkedinL’avvento di Internet, della tecnologia digitale e la diffusione dei social network stanno in maniera dirompente trasformando il nostro modo di presentarci al mondo. Non sempre esiste corrispondenza tra la nostra personalità reale e quella che “costruiamo” per presentarci on line.

Prima però di parlare di personalità on line è importante fare un passo indietro e vedere cosa si intende per personalità umana. Sono diverse le definizioni a riguardo, ma quella proposta da Carver e colleghi (2015) sembra essere quella più comprensiva dei diversi aspetti:

“La personalità è un’organizzazione dinamica, entro l’individuo, di sistemi psicofisici che determinano i pattern di comportamento, di pensiero e di emozioni tipici di ciascun individuo.” 

In un mondo virtuale, dove le nostre azioni e scelte si riducono ad un click, si potrebbe pensare che la nostra personalità non si esprima con la stessa intensità e trasparenza che può invece mostrare nelle relazioni “faccia a faccia”. In realtà sul web si può o far trasparire di noi molto di più di quello che vorremmo  o creare un’immagine modificata di noi stessi.

profilo-on-lineOnline si interpretano molto spesso dei Sé virtuali che escono dai confini imposti dalla propria identità reale. Un ritocco con Photoshop, un’immagine più spensierata o l’aggiunta di competenze non reali ampliano gradatamente il divario tra questi due aspetti del sé ledendo sicuramente l’autostima e creando, nei casi limite, una vera e propria “dissociazione”.

Una parte o un gruppo di processi mentali si possono separare dal resto della coscienza e comportarsi come un’entità scissa ed indipendente dalla personalità globale. Perdiamo gradatamente il controllo e la percezione del divario tra il nostro sé reale e quello virtuale  e ciò può generare dei disturbi dell’umore, dei disturbi d’ansia relazionale e condotte di evitamento sociale (Caretti e La Barbera 2005).

Non possiamo sicuramente esimerci dall’uso della tecnologia digitale, ma è fondamentale che tutti noi, ma soprattutto i nostri ragazzi, impariamo a non dimenticare che esiste un mondo “reale” con il quale inevitabilmente ci dovremo confrontare e nel quale dovremo…VIVERE!

Maria Cristina Raga

“Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio

le-tre-del-mattinoQuante volte dei lunghi ed imbarazzanti silenzi caratterizzano il rapporto con i nostri figli? Possibile che non ci sia nulla da dire o che non ci siano più argomenti da condividere? Sarà la differenza generazionale, l’imbarazzo, la paura di pensarla diversamente ed il non sapere come dirselo? E’ veramente così difficile comunicare tra genitori e figli, o nel mondo frenetico nel quale viviamo mancano le occasioni per farlo?

Potremmo aggiungere molti altri interrogativi a quelli suddetti, ma continuare a farci domande purtroppo non serve. Forse solo la qualità del tempo che possiamo creare tra di noi può abbattere quel muro di silenzio.

“Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio è un mirabile esempio di come talvolta, a causa di forze maggiori, si possano creare le condizioni per conoscersi, per dirsi cose mai dette che aggiungono pezzi preziosi al puzzle della nostra vita. Questo infatti è quello che accade ad Antonio, uomo di ormai cinquantanni, che ripercorre due giorni trascorsi con il padre tanti anni prima.

Figlio di genitori separati, Antonio, che soffre di epilessia idiopatica, viene portato una prima volta a Marsiglia da entrambe i genitori per essere visitato dal Dott. Gastaut, che si raccomanda di riportarlo dopo tre anni per verificare lo stato della malattia.

Passati i tre anni Antonio ritorna a Marsiglia, ma questa volta accompagnato solo dal padre. E’ in quest’occasione che capita un imprevisto che cambierà profondamente il loro rapporto. Infatti Antonio deve sottoporsi “alla prova di scatenamento”, ossia deve stare sveglio per due giorni consecutivi al fine di portare il fisico al limite massimo di stress. Se durante quei due giorni non si fossero presentate delle crisi, poteva essere considerato completamente guarito. E’ proprio in quei due memorabili giorni che padre e figlio iniziano a parlarsi senza imbarazzo, liberamente.

Antonio scopre come si sono conosciuti i suoi genitori, le paure, le incertezze, le speranze di suo padre che, o per mancanza di coraggio o di occasioni, non gli aveva mai raccontato.

Scaturisce tra loro una volontà ed un bisogno di confidarsi che stupisce entrambi…. e che trasformerà questo ragazzo insicuro e ribelle in UOMO!

Antonio ricorderà per sempre la poesia del poeta greco Kostantinos Kavafis che il padre gli  recita per rispondere alle sue domande sull’inutilità di tante cose che ci circondano e che ci rubano tempo prezioso:

“E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole in un viavai frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti, fino a farne una stucchevole estranea”

Sarà sicuramente un lettura interessante per coloro che non vogliono più perdere  del tempo prezioso che purtroppo non tornerà più.

M.Cristina Raga

 

“Il Sogno in scena. creazione di un nuovo futuro”

“La Notte, secondo il mito greco ha due porte: una d’avorio, da cui arrivano i sogni fallaci, e l’altra di corno, da cui discendono i sogni autentici e veritieri (Omero, Odissea, XIX: 690-695). Il sogno è una autorappresentazione spontanea della situazione attuale della psiche: si sogna sempre da sé e di sé, scriveva Jung. sogni-ragazzoIl sogno esprime un punto di vista nuovo e spesso contrastante con quello della coscienza, e talora può avere una funzione prospettiva, anticipatoria per la nostra vita. Nel sogno si animano desideri e paure, ricordi e progetti del sognatore. “Il sogno in scena: creazione di un nuovo futuro” è una proposta d’incontro per chi desideri vivere una esperienza di conoscenza personale attraverso un gruppo di psicodramma junghiano….”

“Il sogno in scena” è il tema della giornata che si terrà sabato 15 dicembre 2018 dalle ore 9.00 alle 18.00 presso l’Associazione “Il Punto” di Burolo, organizzato dall’Associazione Mediterranea di Psicodramma.

Conduttori dell’incontro saranno la Dott.ssa Laura Marino, psicologa, psicoterapeuta e psicodrammatista, docente di Psicoterapia analitica della coppia e della famiglia presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma (IPAP) ed il Dott. Maurizio Gasseau, psicologo, psicoterapeuta e psicodrammatista, direttore dell’Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma.

L’incontro è rivolto agli adulti di ogni fascia di età e per l’iscrizione basta inviare una mail a sezionepiemonteamp@gmail.com o a marinolaur@libero.it.

Vi aspettiamo numerosi!!!

MCristina Raga

“Aide-Auser laboratori attivi mente, corpo ed emozioni alla quarta edizione”

img_0825Da mercoledì 10 ottobre 2018 dalle ore 15,00 alle ore 16,30 sono ripresi presso la Palestra Antonicelli di Bellavista i “Laboratori Attivi mente, corpo ed emozioni”. Nati quattro anni fa dalla collaborazione tra lo staff del Centro AIDE e l’associazione AUSER Argento Vivo di Ivrea, i laboratori sono stati un vero e proprio successo dal punto di vista dei risultati ottenuti da tutti i partecipanti.

Certamente ogni nuova attività ha bisogno del suo tempo per strutturarsi, per vincere le titubanze e per superare le difficoltà emotivo relazionali che possono insorgere all’interno di ogni gruppo di lavoro. Quando però pian piano ci si rende conto che ci si “diverte lavorando”, che un minimo di attività fisica aumenta la nostra sicurezza nel movimento quotidiano riducendo gli stati d’ansia, che l’aprirsi ai membri del gruppo aiuta a superare i blocchi emotivi e che si possono creare e consolidare nuove amicizie, ecco che lavorare insieme non diventa più una difficoltà, ma una necessità.

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Non soltanto tutti i partecipanti attraverso il lavoro di stimolazione cognitiva hanno imparato l’importanza di allenare quotidianamente l’attenzione, la memoria, lo sviluppo di strategie utili ad affrontare in modo diverso la vita quotidiana, ma hanno consapevolizzato che il lavoro di rinforzo quotidiano di queste abilità è fondamentale nell’evitare un precoce decadimento fisico e cognitivo.

Invitiamo quindi tutti coloro che abbiano il desiderio di condividere con noi quest’esperienza di contattare il Centro AIDE (0125-627295) o la segreteria della sede Auser  di Ivrea (0125-633345).

Vi aspettiamo!!!!

MCristina Raga

“B…come Bulgur”

bulgurSi sente spesso parlare di cereali “alternativi”, di cui però si ignorano composizione e soprattutto impiego in cucina. Oggi parliamo del Bulgur, derivato dei semi integrali e germogliati del frumento di grano duro, originario della Turchia. La sua caratteristica principale è la DIGERIBILITA’, data dal fatto che, durante la sua lavorazione viene precotto, ma è anche indicato per regolarizzare l’intestino; Inoltre, è ricco di Ferro, Fibra, Vitamine del gruppo B, PP ed E, Magnesio, Potassio e Fosforo.

Il Bulgur può facilmente essere utilizzato in cucina per preparare zuppe, insalate o primi piatti caldi.

Ecco quindi 3 semplici ricette per provare questo nuovo cereale!

RICETTA 1 : BULGUR CON CALAMARI E GAMBERI PICCANTI

Ingredienti per 2 persone:

gamberetti

  • 200 gr di Bulgur
  • zucchine, carote, peperoni, cipolle
  • prezzemolo, aglio, limone, sale, peperoncino
  • acqua
  • code di gambero e calamari
  • olio extravergine q.b.

 

Preparazione

Cuocere il Bulgur secondo le indicazioni riportate sulla confezione. Tagliare le verdure a cubetti e metterle  a sbollentare in un pentolino d’acqua; in seguito raffreddarle sotto l’acqua fredda. Condirle poi con circa mezzo limone spremuto, sale, un filo d’olio e del prezzemolo; unire al bulgur.Per il pesce: pulire i calamaretti e le code dei gamberetti ( sgusciati e incisi sul dorso per togliere la venatura scura ); metterli a tostare in una padella antiaderente a fiamma alta e, a piacere, aggiungere il peperoncino e l’aglio tritato; verso la fine della cottura, aggiungere un filo d’olio. Saltare il tutto qualche secondo e finire con del battuto di prezzemolo, vino bianco, o semplicemente un filo d’ acqua. Alla fine, disporre il bulgur con le verdure sul piatto e disporvi sopra il pesce.

 

RICETTA NUMERO 2: BULGUR CON MELANZANE GRIGLIATE, POMODORO E CANNELLINI

 

Ingredienti per 2 persone:

bulgur-con-melanzane

  • 1 bicchiere di bulgur
  • 1/2 melanzana
  • 200 ml di passata di pomodoro
  • 1 scalogno, prezzemolo
  • 150 gr di fagioli cannellini già lessati
  • olio EVO q.b.

Grigliare la melanzana tagliata a fettine sottili sulla piastra bollente per 1-2 minuti per lato. Condire con olio, sale e prezzemolo e lasciar marinare un po’.
Cuocere il bulgur secondo le istruzioni riportate sulla confezione.
Far appassire lo scalogno tritato nell’olio. Aggiungere il pomodoro e cuocere 5 minuti, poi aggiungere anche i fagioli e lasciar cuocere altri 5 minuti; spegnere il fuoco. Tagliare le melanzane grigliate a striscioline sottili e aggiungerle al resto del condimento.
Per mangiarlo caldo: quando il bulgur sarà cotto, riaccendere il fuoco sotto il condimento e versarvelo dentro. Rosolare per due minuti, condire con un po’ di prezzemolo e serivire subito.
Per mangiarlo freddo: passare il bulgur sotto l’acqua corrente fredda, condirlo con due cucchiai di olio e quando si sarà raffreddato anche il condimento unirli. Spolverizzare di prezzemolo e conservare in frigo in un contenitore ermetico.

RICETTA NUMERO 3: INSALATA DI BULGUR CON AVOCADO E CECI CROCCANTI

Questa è una ricetta un po’ estiva, trattandosi di un’ insalata ma può essere anche un ottimo antipasto!

Ingredienti per 2 persone:

bulgur_ceci_avocado

  • 200 gr di bulgur
  • 250 gr di ceci freschi (150 per l’insalata e 100 per la guarnizione)
  • 1 avocado
  • 1 zucchina
  • 1 cipollotto
  • 1 limone
  • olio, sale e pepe q.b.

Lessare il bulgur in acqua leggermente salata, scolare e lasciar raffreddare. Aggiungere, nel bulgur, 150 gr di ceci lessati, l’ avocado tagliato a cubetti, la zucchina tagliata a julienne e il cipollotto fresco sottilmente affettato. Aggiustare di sale, pepe, e condire con la buccia e il succo di un limone e un generoso filo di olio d’oliva.
A questo punto, i ceci rimasti ( lessati e ben asciugati) su una teglia da forno, in un solo strato, infornare a 220°C per 10 minuti, rimescolare i ceci e infornare per altri 10 minuti; alla fine, mescolarli con 1 cucchiaio di olio d’oliva, mezzo cucchiaino di paprika affumicata, mezzo cucchiaino di paprika forte e sale. Riversare i ceci sulla teglia da forno e infornare di nuovo per 5 minuti.
Distribuire l’insalata nei piatti, aggiungere i ceci croccanti in cima e un po’ di prezzemolo a finire e servire subito.

Buon appetito a tutti!

Dott.ssa Valentina Marra

 

 

 

 

“Lego+Kolla … la rivoluzione del colore!!!”

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Cosa può mai accadere quando il Lego® Serious Play® Method  incontra un team creativo come quello del famoso negozio di abbigliamento “total black Kolla” di Ivrea?

 

La Rivoluzione del Colore!!!!

 

Continuamente, quando si lavora in team, esiste l’esigenza di confrontarsi per fare il punto della situazione e definire nuovi obiettivi. Questa necessità ha spinto il famoso “Prufesur”, titolare dei suddetti punti vendita Kolla, a confrontarsi con il suo staff utilizzando un metodo “seriamente giocoso” in grado di dar forma a nuove idee.

E queste idee sono emerse!!!

Durante il workshop è proprio apparso evidente come Kolla sia un negozio in continuo mutamento, fatto di colori e di una attenta ricerca ai dettagli, ai tessuti ed ai piccoli particolari che rendono un capo unico e capace di regalare un’emozione …

Un negozio fatto di cose e di persone in continua evoluzione dove non si può mai sapere cosa si potrebbe trovare passando appunto dal total black al colore, dagli accessori al … food!!!

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“Un occhio aperto sul mondo per ricercare l’emozione!!!” è stata la linea guida con la quale il team Kolla ha concluso il proprio workshop LSP!!!

La creatività lasciata libera di esprimersi dà sempre origine ad un collage impensabile e sorprendente di idee che hanno soltanto bisogno di essere trasferite in iniziative ed azioni concrete.

Le potenzialità nascoste in un metodo come il Lego® Serious Play® sono veramente inimmaginabili e la nostra grande soddisfazione sta nel constatare, con soddisfazione il crescente numero di gruppi che desiderano sperimentare tale metodologia!

A presto con le novità del team Kolla!!!

MCristina Raga

 

 

“A…come Acqua”

acquaSi dice spesso che “ bisognerebbe bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno”: questa affermazione è vera solo in parte, in quanto il fabbisogno reale è 1,5-2 litri ogni 1000 kcal introdotte, considerando però anche la componente idrica degli alimenti. Poiché quest’ultima è una variabile difficile da calcolare, si può considerare ottimale un apporto di 6-8 bicchieri di acqua al giorno, esclusi i pasti.

Perché l’acqua è così importante? La componente maggiore del nostro corpo è rappresentata proprio dall’acqua e già da questo dato si capisce quanto sia fondamentale recuperare ciò che perdiamo tramite sudore, respirazione e liquidi corporei. All’interno del nostro organismo l’acqua ha il compito di eliminare le scorie, regolare la temperatura basale, mantenere l’elasticità di pelle e muscoli, lubrificare le articolazioni e trasportare ossigeno e nutrienti alle cellule!

Ecco quindi un piccolo aiuto per introdurre almeno 10 bicchieri di acqua ogni giorno e mantenerci ben idratati!

10 BICCHIERI AL GIORNO…

  •  1 appena svegli
  •  1 dopo colazione
  •  2 a metà mattina
  •  1 prima di pranzo
  •  2 a metà pomeriggio
  •  1 prima di cena
  •  2 dopo cena

A presto!!!

Dott.ssa Valentina Marra

 

“La Quarta Via” di P.D. Ouspensky

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La scorsa settimana, mentre stavo facendo un po’ d’ordine nei vecchi files del mio computer, mi è capitato di ritrovare un articolo che, per l’esattezza, avevo scritto il 06 marzo 2005, intitolato “UOMO O MACCHINA?” . Vi preciso la data di quando l’ho scritto solo per poter evidenziare come, già a quel tempo, sentissi impellente l’importanza di “far riflettere me e tutti coloro con i quali venivo in contatto” sulla necessità dell’uomo di studiare se stesso per trovare la propria Via.

Partiamo quindi da quell’articolo per arrivare ad una Via…

“UOMO O MACCHINA?”

“E’ ormai innegabile che noi viviamo nell’era della tecnologia, dei computer, della telefonia sempre più all’avanguardia e questa è sicuramente una gran forma di progresso, ma, quando rifletto su quest’epoca di grandi innovazioni, mi sorge spontaneo un interrogativo: l’uomo è stato in grado di adattarsi a questi cambiamenti e, se ciò è avvenuto, in che modo si è manifestato?

Un antico detto chassidico afferma che:

“ Per realizzare se stesso l’uomo deve prima di tutto restare fedele al suo sé più intimo e vero. Se nega se stesso non può più aiutare gli altri.”

Riflettendo su queste parole, per una strana, ma non poi tanto, associazione d’idee, mi viene in mente uno degli eventi cinematografici di questi anni che, per il suo successo, non solo ha registrato incassi da record, ma ha dato anche origine ad una continuazione sullo stesso tema: il film MATRIX.

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Film certamente molto spettacolare per i suoi effetti speciali, che sono stati via via resi sempre più ricercati nelle ultime edizioni, ma anche film dal tema che, se in apparenza sembra solo essere una lotta tra due mondi, ossia quello dell’uomo e quello delle macchine, in realtà è molto più profondo, perché evidenzia il disperato tentativo dell’uomo di non essere ridotto ad un essere programmato, quindi ad un essere non più pensante e soprattutto non più libero.

Certamente se il regista ha voluto portare sullo schermo questa storia, non ha solo attinto alla sua fantasia, ma ha probabilmente osservato attentamente il graduale ma inesorabile “adattamento” che l’uomo moderno sta manifestando nei confronti del suo ambiente senza aver il tempo di metabolizzarlo nella giusta maniera.

Quanto infatti riesce ancora l’uomo ad essere se stesso con la propria individualità, con il proprio modo di pensare senza adattarsi passivamente alle mode, alle tendenze, alle idee che giorno per giorno s’insinuano nel suo essere più intimo e che, se da un lato lo fanno sentire socialmente e culturalmente adeguato, dall’ altro gli tolgono poco per volta la sua originalità, ma soprattutto la sua “forza”?

Uniformandosi alla moltitudine più in fretta di quanto egli possa immaginare è chiaro che non esiste il tempo di poter rielaborare le informazioni provenienti dall’esterno adattandole al proprio essere. Quando ciò avviene l’uomo cade in una specie di torpore dal quale è necessario risvegliarlo e chi può farlo meglio di un super-eroe, di un risvegliato, di un “eletto”?

L’eletto è proprio il super-eroe di Matrix che da una parte, comunicando con un “oracolo”, mantiene vivo il legame con la Tradizione, con i valori tipicamente umani, e dall’altro combatte con un gruppo di fedeli seguaci la prorompente e distruttiva invasione delle macchine.

Se da un lato questa storia può sembrare un remake di lotte anacronistiche d’altri tempi, di storie da super-eroi, dall’altro mette in evidenza la “forza” dell’uomo, la sua determinazione che in ogni epoca ha creato dei grandi sovvertimenti socio-culturali necessari al perpetuamento della vita stessa evitando ogni forma di stagnazione, cercando però di non scordare e soprattutto di non rinnegare le proprie radici.

Ogni volta che l’uomo ha perso i propri punti di riferimento, si è sempre manifestato, ovviamente con differenti modalità, una forma di “disagio”.

Dal mio punto di vista, il successo di Matrix è proprio da ricercarsi nella sua testimonianza del disagio dell’uomo moderno di non poter più e di non sapere più comunicare a livello fisico, mentale…”

L’articolo continua, ma oggi, intendendo il 28 novembre 2017, non ha più rilevanza il seguito, perchè  in tutti questi anni di studio una Via tra le tante possibili per dare all’uomo una possibilità di cercare se stesso, il suo scopo in questa vita forse l’ho trovata e la vorrei condividere con voi.

gurdjief-1Mi sto riferendo al metodo di studio su se stessi esplicitato nel libro “La Quarta Via” di P.D. Ouspensky che riporta, nel modo più semplice possibile, l’aspetto pratico dell’insegnamento di G. I. Gurdjieff. L’attenzione posta sull’uomo che cerca di ritornare ad osservare il proprio corpo, i giochi della propria mente e l’illusorietà del “costruito” intorno a noi, non necessita di un ritiro dal mondo come potrebbero fare un fachiro, uno yogi od un monaco. E’ nel risvegliarci a porci domande, ad osservare con distacco la MATRIX o le MATRIX nelle quali viviamo che non ci farà diventare dei “PROGRAMMI” eseguenti, ma esseri ancora COSCIENTI.

Concludo con una frase del mio precedente articolo dicendovi che “…forse è tempo di riflettere che è molto più importante cercare di ottenere ciò che si ama piuttosto che essere costretti ad amare ciò che si ottiene.”

MCristina Raga