“Il Bambino Indaco” di Marco Franzoso

Quante volte mi sono sentita ripetere la frase “…una madre, grazie al suo istinto, non sbaglia mai…” oppure “…conosco molto bene mio figlio, so di cosa ha bisogno…”

Siamo proprio così sicure/i che l’istinto materno non sbagli mai? Conosciamo veramente quell’uragano emotivo che sconvolge e travolge la vita di molte donne alla nascita di un figlio?

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La storia raccontata in questo libro, partendo dalla vita di una coppia come tante, ha lo straordinario pregio d’illustrare come il troppo amore e l’eccessiva dedizione possano portare una donna a non accorgersi dei messaggi disperati che l’istinto di sopravvivenza di un figlio le può mandare.

La vita dentro un bimbo si “ribella”, “urla” la sua disperazione e lei “madre” non se ne accorge, perché troppo distratta dalle sue convinzioni o aspettative.

“Isabel avvicina nostro figlio alla mammella e lui inizia a succhiare. Succhia solo per alcuni secondi, poi agita la testa e boccheggia come un pesce gettato sull’erba. … Scatta sul capezzolo con la bocca spalancata, succhia e poi si allontana di nuovo, deluso. Non capisce perché da quel seno non esca niente, non capisce dove sbaglia…”

E se in quel seno non ci fosse nutrimento?

E cosa può fare un padre che si rende conto che qualcosa non funziona, ma che è sconfitto in partenza in nome di quell’istinto materno che tutto  sa?

Questo è veramente un romanzo dove si passa dall’amore, allo strazio, al sollievo, ma nel quale si possono trovare tante risposte ai quesiti dell’essere genitori nel nostro tempo.

Dott.ssa M.Cristina Raga

 

Aperte le iscrizioni per il corso «Fiori di Bach & Aloe Vera»

imagesA Settembre parte il corso promosso e condotto dalla dott.ssa Elisa Moro: «Fiori di Bach & Aloe Vera».

Il corso di formazione propone le conoscenze necessarie ad utilizzare opportunamente questi rimedi, che costituiscono un aiuto efficace per comprendere le cause più intime del proprio disagio o malessere, fra ciò che l’individuo vive interiormente e ciò che manifesta.

I Fiori di Bach, facilitando il ripristino dell’equilibrio mente-corpo, generano, come diretta conseguenza, un aumento del benessere e un potenziamento della “forza di guarigione”.

Una parte del corso di formazione verrà dedicato all’associazione fra Aloe Vera e Fiori di Bach… un approfondimento dedicato ad uno dei più potenti veicolanti esistenti in natura, l’aloe. Esso infatti permette di massimizzare l’efficacia dei fiori oltre a dare tutti i benefici per cui è conosciuto ed utilizzato comunemente.

Il corso si divide in 4 giornate con cadenza mensile ed avrà sede presso il Centro AIDE di Ivrea sito in Via Massimo d’Azeglio n.5. La finalità del corso è di formare degli efficaci floriterapeuti così buona parte delle giornate di formazione verrà dedicata a delle prove pratiche.

Trovate tutti i dettagli circa contenuti e date nell’allegato che vi invito quindi a visionare.

Per quanto concerne la modalità di iscrizione contattare la dott.ssa Elisa Moro:

Cell.: 329 0832579

E-mail: elisa.moro6464@gmail.com

Vi saluto e sono sicura che passeremo insieme delle interessanti e belle ore insieme e vi anticipo che sono in progetto molti corsi e quindi molte occasioni per condividere interessi comuni. Un caro saluto a tutti.

dott.ssa Elisa Moro

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Rimini: Convegno Adolescenza

Slider1Nei giorni 24 e 25 Ottobre 2014 si terrà a Rimini presso il Palacongresso (Via della Fiera, 23) il primo convegno dal titolo:

“Supereroi Fragili. Adolescenti a scuola tra vecchi e nuovi disagi”.

L’età preadolescenziale e adolescenziale sappiamo essere una fase particolarmente delicata dello sviluppo. Essa infatti è caratterizzata da rapide trasformazioni sul piano fisico, psicologico e relazionale. In tale periodo, famiglia, scuola, gruppo dei pari, società, media, tecnologie e social network possono influenzare in modo importante la vita del ragazzo.

Oggetto del convegno quindi tutte le difficoltà adolescenziali ed il disagio che ne consegue, soffermandosi sulle possibili cause e sulle conseguenti reazioni e condotte comportamentali. Verrano distinte le problematiche “internalizzate”, riferite agli adolescenti in prima persona, e le problematiche “esternalizzate”, ossia quelle che preoccupano da vicino familiari e insegnanti.

Tra le prime rientrano ad esempio i disturbi alimentari, la depressione, i disturbi d’ansia, le condotte autolesionistiche e le dipendenze, mentre le seconde si riferiscono a tutti quei comportamenti che turbano gli equilibri familiari, scolastici e sociali e che costituiscono dei campanelli d’allarme per chi li osserva, pur non implicando necessariamente nell’adolescente la consapevolezza di una sofferenza.

Si forniranno inoltre indicazioni e suggerimenti operativi, con l’intento di stimolare una visione critica dei vari fenomeni, dei possibili interventi, senza trascurare l’importanza di una prevenzione corretta e tempestiva.

Il Convegno è strutturato in 2 sessioni plenarie e 14 workshop di approfondimento per un totale di 15 ore di formazione. L’opportunità di partecipare a più workshop permetterà ad ogni iscritto di costruire un percorso personalizzato in base alla propria professione, ai singoli interessi e agli specifici bisogni formativi.

I temi del convegno:

  • adolescenza;
  • bullismo e cyberbullismo;
  • vecchie e nuove dipendenze;
  • identità digitale;
  • autolesionismo;
  • disturbi del comportamento alimentare;
  • dispersione scolastica;
  • devianza;
  • sessualità;
  • identità in genere;
  • discriminazione ed esclusione.

Chi desiderasse iscriversi al convegno può cliccare sul seguente link: http://www.convegni.erickson.it/supereroifragili/costi_e_iscrizioni/

dott.ssa Elisa Moro

 

Chi era Edward Bach

04.03.0001.P-13-11-08_FioriBach-1-3Edward Bach nacque il 24 settembre 1886, nel Galles, di cui la sua famiglia era originaria. Fin da giovane amava interessarsi alla natura e mostrava la sua forte sensibilità di fronte alla sofferenza di tutti gli esseri, tanto che ben presto decise di diventare medico. Riuscì nel 1912 a laurearsi presso l’Università di Birmingham.

Iniziò a lavorare a Londra, ed essendo a contatto con la sofferenza quotidianamente, si accorse però, che la medicina “ufficiale” allopatica non riusciva ad andare oltre l’aspetto sintomatico del problema, la sua attenzione era sempre rivolta alla malattia e mai verso il malato.

Notò sempre più le differenze di approccio che ciascun individuo aveva con la malattia, nonostante i sintomi, ognuno reagiva emotivamente in maniera diversa dall’altro di fronte al problema. Sempre meno contento dei risultati della medicina sintomatica si avvicinò, allora, alla medicina omeopatica. Anche in questo settore non rimase ad osservare, interessandosi in particolar modo all’aspetto della tossiemia intestinale.

Nel 1917 a causa di un’emorragia, fu operato urgentemente con successo. Ciò nonostante, gli fu detto che gli rimanevano solamente pochi mesi di vita a causa di una grave malattia, si buttò allora completamente nel suo lavoro, notte e giorno senza pensare ad altro, convinto che un interesse e un ideale nella vita siano migliori di qualunque cura, tanto che non ne fece alcuna.

04.03.0001.P-13-11-08_FioriBach-1-4Sentiva il bisogno di trovare un metodo basato sull’individuo, semplice e naturale, utilizzabile da chiunque. Continuò così a lavorare ai suoi interessi, scoprì i sette nosodi, (tipi di vaccini omeopatici) che tutt’oggi sono ancora usati da alcuni omeopati. Notò che ad ogni gruppo dei nosodi, si poteva ricollegare un tipo di personalità, iniziò così a prescriverli in base a questa sua osservazione e ciò gli fece ottenere un buonissimo successo. Ma anche questo non lo soddisfaceva, cercava dei rimedi sempre più naturali, pensò che alcune piante potevano sostituirsi ai nosodi (ottenuti, invece, da batteri intestinali).

Dietro queste osservazioni decise allora di chiudere il suo avviatissimo studio medico di Londra e dedicarsi alla ricerca di un metodo per la cura dei problemi umani. Nel 1929 si trasferì nel Galles. Girò moltissimo nelle campagne di questa regione, affinando la sua innata sensibilità.

E come un vecchio erborista sentì, provando e riprovando, che alcune piante avevano delle stupende virtù terapeutiche sullo stato d’animo umano. Nella scelta delle piante non tenne conto delle piante velenose e di quelle coltivate.

Intuì che alcuni fiori trasmettevano attraverso la rugiada, o l’immersione nell’acqua delle virtù terapeutiche uniche. Scoprì dapprima 12 fiori, che costituirono i primi 12 “guaritori”, così come furono chiamati dallo stesso Bach, e poi tutti gli altri attualmente conosciuti.

Iniziò immediatamente a proporre questo suo metodo ai suoi pazienti e sempre più felice della sua scoperta decise che questo metodo doveva essere conosciuto da tutti, e si prodigò enormemente nella sua diffusione.

Negli ultimi anni della sua vita ebbe molto da fare per proporre a chiunque di imparare il suo metodo (anche a non medici), tanto che per questo fu accusato molte volte dalla classe medica. Per tutta risposta Bach scrisse che considerava un onore insegnare a chiunque come guarire se stesso, e al termine dei suoi giorni chiese di essere cancellato dall’Ordine dei Medici e di voler essere considerato solo un erborista.

Edward Bach morì, felice, il 27 novembre 1936 considerando conclusa la sua missione su questa terra.

dott.ssa Elisa Moro

 

STAR BENE PATTINANDO…….

imagesE’ una delle attività preferite dai bambini; credo non esista una sola persona al mondo che non abbia mai messo ai piedi un paio di pattini….sarà la sensazione di poter andare più veloci, come se ai piedi ci fosse un piccolo motore che ti consente di correre ma senza fare troppa fatica….chi lo sa…sta di fatto che suscitano da sempre un grande interesse tra grandi e piccini.

Forse non tutti sanno che con i pattini a rotelle ai piedi si può anche fare sport vero:  la maggior parte delle persone collega la parola “pattini” al ghiaccio o alle evoluzioni coreografiche dell’artistico ma in pochi, purtroppo, sanno che si può fare dello sport sano, ecologico e, soprattutto, divertente anche con le rotelle ai piedi……….

Sono nell’ambiente del pattinaggio corsa da circa 8 anni, da quando i miei 2 figli mi hanno chiesto di iscriverli a un corso dove avrebbero potuto imparare a migliorare la pattinata, visto che utilizzavano già i rollerblade da autodidatti…….e da lì è iniziata la nostra avventura……..ho scoperto un mondo che non credevo esistesse, fatto di tanta gente che pratica questo sport con una passione a volte oserei dire….commovente, considerando che si tratta di uno sport “povero”, dove vincere una gara significa portare a casa magari un salame, o una maglietta….per i più piccoli qualche caramella….dove se hai la capacità e la bravura da meritarti una convocazione in Nazionale e vinci magari anche un titolo italiano o addirittura europeo o mondiale, porti a casa non una medaglia d’oro o di qualche altro metallo pregiato, ma un semplice fac simile…..questo per dire che dietro alle quinte di questo mondo non ci sono interessi economici tali da invogliare le persone a praticare ma solo passione, pura e semplice passione.

I miei figli, col tempo, hanno iniziato l’attività agonistica, volendo si comincia a gareggiare dagli 8 anni in su e mentre uno, crescendo, ha poi dirottato la sua attenzione verso altri sport, l’altra continua tuttora con la stessa voglia di giocare e di divertirsi dei primi giorni.

Credo sia uno sport molto educativo e utile nell’età evolutiva, per diversi motivi:

  • I bambini imparano a giocare in gruppo e a rispettarsi l’un l’altro, perché devono imparare anche a stare attenti a non ostacolare i compagni, va da sé che, soprattutto quando sono molto piccoli, le cadute e relative sbucciature sono all’ordine del giorno……..ma si rialzano subito con facilità e una rinnovata grinta, soprattutto perché stando in gruppo non vogliono sfigurare di fronte agli altri….e nel mentre imparano a non piangersi addosso……
  • Col tempo, quando cominciano a fare agonismo, vengono inseriti all’interno della squadra, che è composta da atleti di tutte le età, dai bambini di 8 anni fino ad arrivare ad atleti che di anni ne hanno magari 25 o più e che fanno i salti mortali per riuscire a ritagliarsi il tempo per partecipare alle sedute di allenamento……si allenano tutti insieme, maschi e femmine, ovviamente con modalità e carichi diversi…..ma lo stare tutti insieme è di fondamentale importanza per i piccoli e non solo per loro….imparano dai più grandi che a loro volta si comportano da vere “chiocce”, dando loro l’esempio e insegnando loro con pazienza tutti i “segreti” per diventare campioni….i bambini vivono tutto questo come uno stimolo per fare sempre meglio….è bello vedere che nello stesso gruppo si allenano il bambino appena inserito nel gruppo agonistico e il giovane che magari è appena tornato vincitore da un campionato europeo o mondiale….si crea davvero una bella amalgama…..
  • Il fatto che si allenino insieme maschi e femmine è molto importante. In quasi tutti gli sport esistono le squadre maschili e femminili, qui no, sono tutti insieme e crescendo si formano poi dei bei gruppi di amici, soprattutto tra  ragazzi vicini di età, che si frequentano poi regolarmente anche fuori dall’ambito sportivo; forse questa è una delle ragioni per cui non mollano questo sport, perché gli da modo di stare anche in compagnia di persone dell’altro sesso e da una certa età in poi questo è fondamentale……
  • Alle gare possono partecipare tutti gli atleti, dal campione super medagliato al ragazzino che non ha tutto questo gran talento… ma non importa……le gare sono quasi tutte individuali e quindi ognuno di essi ha modo di misurarsi soprattutto con se stesso per vedere se di volta in volta ha migliorato la propria prestazione o meno e anche se non si vince una medaglia va bene lo stesso…..quel che conta è dare il proprio contributo alla squadra che, grazie all’apporto di tutti i suoi atleti, magari riesce anche a vincere qualche bel trofeo…..e ci si sente utili…..

Paola Cerutto

 

Per info

ASD PATTINATORI SAN MAURO

www.pattinatorisanmauro.it

pattinatori.sanmauro@libero.it

 

Come agiscono i Fiori di Bach

FioriBachIl campo su cui maggiormente agiscono i Fiori di Bach è quello dell’emotività e degli stati d’animo, ma certamente come la medicina psicosomatica insegna, la mente non è staccata dal corpo, e ciò che si mostra a livello mentale, ha un significato ed un’influenza anche sul piano fisico.

I segnali che le emozioni danno, sono solo dei segnali precedenti a quelli del corpo, vale a dire i sintomi fisici, perciò osservando e conoscendo l’aspetto emotivo e mentale si può correggere anche ciò che succede nel fisico.

Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale, nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero il sintomo manifesto nel fisico: il singolo fiore sarebbe in grado di dare il via al processo di trasformazione dell’emozione negativa nel suo tratto positivo, con una conseguente scomparsa del sintomo fisico, essendo quest’ultimo ritenuto il disturbo finale di un disagio originatosi a un altro livello, molto più profondo.

Per informazione s’intende un messaggio vibrazionale positivo. Non è un concetto di principi attivi presenti nel fiore da un punto di vista chimico – fisico, ma piuttosto di principi energetici che ogni pianta possiede. I “semplici”, vecchi erboristi dei secoli passati, si basavano proprio sulla forma, sul colore e sulle particolarità di ogni pianta per capire il campo di utilizzo. All’epoca non esistevano laboratori per la ricerca di elementi e sostanze presenti nella pianta, allora l’intuito e la capacità di entrare in contatto con la natura stessa della pianta permettevano di capire a cosa poteva essere utile. Le proprietà delle erbe tramandate dai “semplici” sono poi state confermate dagli attuali studi scientifici.

dott.ssa Elisa Moro

 

Grazie a voi…

“Grazie” è una parola strana, talvolta di routine oppure profonda, talvolta imbarazzante oppure piena di sincera gratitudine, pronunciata con le labbra oppure con il cuore…

Sta  di fatto comunque che è una parola “doverosa” verso tutti coloro che hanno il coraggio di dare la propria fiducia a persone o a progetti che tra qualche anno saranno all’ordine del giorno, ma che oggi sono ancora inascoltate o passati sotto silenzio.

E’ quindi a te Barbara ed a tutta la tua equipe che intendiamo dire GRAZIE, in un modo un po’ originale, per il sostegno che ci hai/avete dato con la vostra presenza costante durante lo svolgimento di tutto il “Progetto TRIATHLON”.

Abbiamo pensato di farlo attraverso la voce di coloro che hanno partecipato alle serate a tema, alle sedute di Core-Training, ai laboratori, ai gruppi A.M.A. e che giorno per giorno stanno aumentando richiedendoci nuove iniziative, ma soprattutto continuità!

E quindi ecco le loro voci….

“Grazie!”

“Grazie di cuore. Avrei bisogno di ascoltare ancora queste serate importanti, ma tutto ha un costo. Non sarà facile. Grazie per la vostra disponibilità e il vostro sorriso.”

_ROF4105“Purtroppo le famiglie che vivono questa patologia vivono quotidianamente difficoltà gestionali, pratiche, morali e psicologiche importanti. Il vostro aiuto può essere un grande aiuto però ritengo che non possa essere accessibile a tutti per l’onere economico che ne deriva, tenendo conto del fatto che la malattia può durare anni.”

“Siete stati veramente bravi, professionali, competenti e soprattutto disponibili. Speriamo che possiate venir ascoltati da tanta gente e dalle istituzioni, perché tutti insieme si potrebbe fare tantissimo. Grazie, grazie, grazie!”

“Grazie!!!”

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“Quanto siete bravi, sensibili e disponibili. Diteci come vi possiamo aiutare e noi lo faremo.”

…siamo riusciti a fare tutto questo!

Dott. M. Cristina Raga e lo staff del Centro Aide

 

“Novella degli scacchi” di Stefan Zweig

Troppo spesso abbiamo la convinzione di conoscerci, di conoscere il potenziale della nostra mente e le capacità della nostra memoria. Chissà invece se ci sono potenzialità non ancora esplorate che, adeguatamente sollecitate, potrebbero ampliarsi, rafforzarsi e quindi stupirci al punto da far nascere in noi il grande desiderio di “scoprirci” ogni giorno sempre di più?
Questo è quello che Zweig sapientemente illustra in quella che è considerata una delle sue novelle più toccanti.
Due giocatori di scacchi: il campione del mondo ed un emerito sconosciuto. Come mai quest’ultimo è così abile, geniale, ma restio a confrontarsi di fronte ad una scacchiera?

“Fra i due si instaurò di colpo un rapporto diverso; una pericolosa tensione, un odio appassionato. Ormai non erano più due persone che volevano mettere alla prova la loro perizia nel gioco, erano due nemici che avevano giurato di distruggersi a vicenda.”

Dott. Maria Cristina Raga

Cos’è la “Floriterapia”

UnknownLa floriterapia è una terapia annoverata fra quelle denominate “alternative” o “non farmacologiche. Essa considera l’individuo nella sua globalità ed unicità: Anima, Mente e Corpo. Non è importante quale sia il sintomo che si presenta, ma come viene vissuto dalla persona.

La floriterapia non cura quindi la malattia, ma gli stati d’animo e le reazioni agli eventi delle persone. Esempio: come reagiamo ad un determinato avvenimento: con rabbia, paura, indifferenza, scoraggiamento, ecc. La risposta che diamo all’evento o al sintomo ci indica quali fiori ci saranno utili in quel momento.

La floriterapia non è una terapia medica, ed i fiori non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull’organismo, ma agiscono solo sugli stati d’animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive.

L’essenza del fiore aiuta a realizzare la virtù opposta. Se per esempio l’emozione è la  paura il fiore mira a sviluppare il coraggio. La più diffusa e conosciuta forma di floriterapia è quella sviluppata dal dr. Edward Bach. L’innovazione che il dr. Bach apportò fu di superare l’uso delle piante in toto e scoprire le qualità sottili dei fiori, come portatori di messaggi.

Perché il fiore? Perché nel fiore è racchiuso tutto il potenziale della pianta stessa. Le radici, il fusto e le foglie racchiudono la parte più materiale e già manifesta, mentre il seme ancora non manifesto, riassume in esso tutte le caratteristiche peculiari della pianta, permettendo la sua riproduzione. Il fiore è il ponte, il legame che simbolicamente e materialmente collega queste due parti.

dott.ssa Elisa Moro