Già. Perché? Perché perdersi nelle pagine di tutti questi libri? E poi, innanzi tutto, perché ne sto leggendo sei contemporaneamente? Non sarebbe più semplice leggerne uno per volta? Ne deriva che…
No, non fatelo, NON LEGGETE!
Perché, se incominciate a farlo, per caso (o forse perché è un impegno scolastico/universitario) o per noia… se vi imbattete in qualche testo in cui vi riconoscete, che vi incuriosisce o che stuzzica la vostra mente, correte un rischio: quello di sviluppare una dipendenza e di subirne gli effetti collaterali…
Non esageriamo, mi direte, che ci sarà mai da non restarne immuni? Beh, ognuno di noi ha di sicuro un genere da cui si sente attratto. Testi storici, biografie o autobiografie di personaggi famosi, gialli, libri su argomenti scientifici, politica, economia… Anche se i “classici” non entusiasmano tutti, contengono temi universali e personaggi che possono essere specchi in cui ci riconosciamo. E poi romanzi di avventure, saghe, viaggi, leggende, narrativa in genere…
Ecco, è proprio questa la grande funzione del romanzo (ma anche dei racconti): permettere al lettore di ritrovarsi in un personaggio, di rivivere emozioni o propri vissuti e scoprire come tutto quello che ci accade è già stato vissuto; le nostre difficoltà sono le stesse che possiamo ritrovare anche nelle pagine di narrativa, antica o contemporanea.
Ricordo quando lessi, per la prima volta, la Principessa di Clèves, di Madame de Lafayette, scritto nel 1678, in cui la protagonista (nel titolo), pur innamorata del Duca di Némours, rimarrà fedele al marito, che stima ma non ama, anche dopo la sua morte. Non ne faccio una lezione morale, anzi, in me suscitò un senso di ribellione, come se il carpe diem non potesse mai essere in discussione. E allora, visto che fu scritto nel ‘600, che senso ha, rispetto alle tematiche del mondo moderno? Al giorno d’oggi prendiamo, lasciamo, senza tanti scrupoli, perché fare questioni? D’accordo, ma eventi come questi ne accadono tutti i giorni, tra le persone comuni. E leggerne aiuta a vedere le analogie con propria vita e riflettere.
E che dire della comicità della commedia settecentesca Così va il mondo di W.Congreve, in cui la Signora Millamant accetta di sposare Mirabell solo ponendo le proprie condizioni di libertà e diritti in un esilarante contratto davvero femminista!
Ripenso a come Italo Svevo illustri ironicamente i suoi falsi impegni di smettere di fumare e tutte le sue “ultime sigarette” in La coscienza di Zeno.
In un breve romanzo intitolato Viviane Elisabeth Fauville (Adelphi), l’autrice Julia Deck ricostruisce in modo ingegnoso il percorso della protagonista per superare il crollo del suo matrimonio, destreggiandosi tra la figlia di pochi mesi e un omicidio in cui è coinvolta.
Recentemente è uscito Curarsi con i libri (rimedi letterari per ogni malanno) di E.Berthoud e S. Elderkin (Sellerio), non un manuale semplice, tuttavia prova come, “A volte è la storia che affascina… A volte un pensiero o un atteggiamento suggeriti da un personaggio che si trova invischiato in un dilemma simile…” (dalla prefazione delle autrici).
Insomma, un “viaggio in compagnia di uno scrittore”, tanti stimoli per tutti i gusti.
Ornella Cerutti