“L’amore che mi resta” di Michela Marzano

Quando si parla di maternità si affronta un tema che ha come centralità un rapporto simbiotico unico e speciale tra due esseri viventi: madre-figlia/o.

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E’ un legame così difficilmente comprensibile da chi ne è ai margini o al di fuori che, quando accade un evento inaspettato che lo modifica, ci si trova impreparati ad affrontarlo. L’evento inaspettato che sconvolge e stravolge un’intera famiglia avviene la sera in cui Giada si ammazza. La madre non può che aggrapparsi alla sofferenza che ne consegue come se fosse uno scandalo, un sacrilegio continuare a vivere.

Nè suo marito, nè suo figlio riescono ad aiutarla!

Il solo reale conforto nasce dai ricordi: da quando Daria è riuscita ad essere finalmente madre adottando Giada, da tutti i momenti in cui è riuscita ad essere “amore” per la sua piccola, da quando si è sentita chiedere “….quando sei venuta a prendermi era perchè volevi una bambina o perchè mi volevi bene?”.

Michela Marzano riesce in questo libro ad affrontare il tema dell’adozione in un modo così realistico che io ho sentito descrivere solo in colloqui con ragazze/i che ne sono stati protagonisti. Solo chi ci è passato può dirti che il giorno peggiore della propria vita è “…. il giorno del compleanno. Quel giorno tutto riemerge, con una lista dolorosa di domande: se lo ricorda anche lei? Sta pensando a me? Le manco? O mi ha dimenticato?…”.

Questo non è un libro “triste”, come l’argomento potrebbe far supporre, ma è un libro “vero”che sin dalla prima pagina vi cattura per il modo in cui descrive come, di fronte ad una perdita, siamo esseri nudi, vulnerabili, persi. Chiediamo conforto, salvezza senza sapere bene a chi la chiediamo e quando smettiamo di farlo ed accettiamo la vita così com’è questa ci salva con l’immensità del suo amore.

M.Cristina Raga

 

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